foto di Cesare Ianni
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IL NUOVO VOLUME
Gli eventi, organizzati dalla One Group, in collaborazione con l'associazione pro-loco e con il coordinamento editoriale di Angelo De Nicola, sono iniziati a Tornimparte (AQ) con la presentazione del volume fresco di stampa curato da Vincenzo Gianforte (alias Sardella) e Giacomo Carnicelli (neo ribattezzato Jean Jacque) editato da One Group edizioni "Ju Calenne. L'Albero del Maggio a Tornimparte". Un testo denso di stimoli che, accanto a foto paesaggistiche del territorio, e alle riflessioni accademiche di antropologi abruzzesi (Lia Giancristofaro e Mario Santucci hanno curato rispettivamente l'introduzione e la prefazione) raccoglie tante altre testimonianze. Grazie ad una una attività etnograficamente certosina di repertorizzazione, Vincenzo Gianforte, ascoltando anche la voce della propria anima e rivivendo i passi di un'intera esistenza (come lui stesso dice), ripercorre, nelle pagine che scorrono piacevolmente, i tratti salienti del rituale e lo ricollega al contesto socio-economico del territorio.
Si tratta di una vasta documentazione, nel corso della quale l'autore riserva spazio ai cenni storici, ambientali e demologici del comune, al sistema economico locale, come pure alle microstorie dei personaggi che hanno sedimentato nel tempo i segni dell'identità rurale di questi posti. Le immagini ritraggono volti segnati dal tempo, dal lavoro, dalla vita. Volti che oggi rappresentano giacimenti di saperi orali, vere biblioteche viventi e non scritte, pronte solo ad essere depositate nelle mani delle generazioni più giovani. E di giovani volenterosi di ascoltare a Tornimparte ce ne sono davvero tanti! Anzi, la foltissima presenza di ragazzi e ragazze, bambini e bambine è l'aspetto che più mi ha colpito, quando la notte del 30 aprile ho assistito al ripetersi di quei gesti millenari. Ci sono giovani di tutte le età, dal bimbo scarsamente decenne, che ha rallegrato l'atmosfera rituale a suon di dubbott', a Diego, che è preoccupato perché teme che il nonno (invece espertissimo) possa farsi del male mentre al buio mena accettate al tronco, ad un simpatico "malpelo" che all'età di otto anni è già un portento, a tutti i ventenni e trentenni, che rivestiti di saio cerimoniale, da veri maggiaioli sono pronti ad urlare il "tirate, tirate", quando è sopraggiunto il momento giusto per trascinare con forza la pianta abbattuta. Sono frangenti veramente intensi quelli del rito, segnati dalla fatica, dalle emozioni, ma anche dal pericolo, perché l'albero è davvero pesante ed ingombrante! Ognuno di questi istanti sembra riprendere vita anche nel testo, grazie al racconto dettagliato e analitico che ne fa Giacomo Carnicelli. Un'ampia galleria fotografica affianca la descrizione, che inizia con la fase della vestizione, si sofferma sul furto rituale, sull'abbattimento della pianta e sul suo trasporto fuori dal bosco (veri momenti topici), per poi terminare con l'accensione del fuoco intorno al quale si farà festa fino all'alba.
LA TAVOLA ROTONDA
"IDENTITA' E SVILUPPO DEL TERRITORIO"
(servizio video su Tiko Tv)
Nel corso di questi tre giorni, la tradizione tornimpartese è stata occasione anche per riflettere sul ruolo delle identità rurali nei percorsi di sviluppo territoriale. Se ne è parlato all'Aquila il 29 aprile, nel corso di una tavola rotonda che, organizzata dalla casa editrice e abilmente guidata dal giornalista-scrittore Angelo De Nicola (adottato dalla comunità tornimpartese come cittadino onorario), ha visto il contributo, oltre che degli autori, del sindaco e della proloco, anche di Mario Santucci (autore della prefazione del libro), di Francesca Pompa (presidente One Group) e di chi scrive. Ospite d'eccezione Fausto Faggioli, presidente della E.A.R.T.H. Academy ed esperto di marketing territoriale, ormai affermatosi in contesto italiano ed internazionale come "guru" dell'ospitalità turistica nei territori rurali. Tra il pubblico sono presenti i maggiaioli, con il loro saio e i labari delle contrade intitolate ai santi. L'incontro inizia con la simbolica donazione della corda utilizzata per bloccare il saio in vita da parte del capo Priore (Sardella) a Fausto Faggioli, il quale ricambia con un abbraccio amichevole, perché - come dice lui stesso - "l'abbraccio di un amico vale più di mille parole"
A questi primi momenti celebrativi e di presentazione è seguita
l'introduzione della editrice Francesca
Pompa, la quale ha ribadito
l'importanza, soprattutto in momenti di crisi come quelli che stanno
attraversando le comunità dell'aquilano, di valorizzare al meglio le realtà del
territorio, anche al fine di rilanciare sotto nuova luce le economie locali in
difficoltà. L'intervento di Mario
Santucci, a seguire, ha rappresentato un momento di approfondimento e
di riflessione, oltre che sul significato storico e simbolico del rituale
specifico, anche sul contenuto che alcune categorie antropologiche come quella
di persona, di comunità, di tradizione e di identità possono veicolare oggi in
un contesto di ricentralizzazione dei valori territoriali.
Fausto Faggioli riprende le fila del discorso ed individua nella cooperazione e nella costruzione di reti tra attori territoriali una possibile strategia per tradurre in reale opportunità economica le specificità del mondo rurale. Un tema determinante quello delle identità, che mette al centro delle nostre priorità il patrimonio culturale di un luogo e di una comunità. Le idetnità dei nostri mondi rurali sono fatte di memoria, di stria, di risorse umane e di fiducia nel cambiamento. Tutti questi elementi rappresentano il volano per sollecitare la partecipazione, senza la quale ormai non è più possibile creare sviluppo. Infatti, usando le sue stesse parole, «è sull'identità unica e non clonabile che le antiche culture rurali possono "giocare la carta vincente", esprimendo le loro potenzialità per dare spessore alla reciproca collaborazione propria di un mondo contadino che non ha mai separato l'economia dalle relazioni sociali». Una strategia che, come è stato ribadito in conclusione della giornata, necessita di un passaggio sociale fondamentale, che coincide di fatto con la traduzione delle risorse culturali ancora latenti in patrimonio attivo e quindi in elementi attrattori di un nuovo brand territoriale.
IL RITUALEFausto Faggioli riprende le fila del discorso ed individua nella cooperazione e nella costruzione di reti tra attori territoriali una possibile strategia per tradurre in reale opportunità economica le specificità del mondo rurale. Un tema determinante quello delle identità, che mette al centro delle nostre priorità il patrimonio culturale di un luogo e di una comunità. Le idetnità dei nostri mondi rurali sono fatte di memoria, di stria, di risorse umane e di fiducia nel cambiamento. Tutti questi elementi rappresentano il volano per sollecitare la partecipazione, senza la quale ormai non è più possibile creare sviluppo. Infatti, usando le sue stesse parole, «è sull'identità unica e non clonabile che le antiche culture rurali possono "giocare la carta vincente", esprimendo le loro potenzialità per dare spessore alla reciproca collaborazione propria di un mondo contadino che non ha mai separato l'economia dalle relazioni sociali». Una strategia che, come è stato ribadito in conclusione della giornata, necessita di un passaggio sociale fondamentale, che coincide di fatto con la traduzione delle risorse culturali ancora latenti in patrimonio attivo e quindi in elementi attrattori di un nuovo brand territoriale.
Ed io... che credevo fosse solo un pioppo, quando invece, proprio come il totem di durkheimiana memoria, era la comunità.
bellissima serata ...sempre più in alto!!!
RispondiEliminaCaterina
vi dirò sono stati momenti "preoccupanti": il pensiero che qualcuno si facesse male - misti a momenti esilaranti nel conoscere gente a dir poco eroica e simpaticissima, amici miei, vero,vero simpaticissima e particolare, vi dirò,ragazzi miei, mi somigliava nei segni che il tempo orgogliosamente ci lascia. grazie per avermi letto sono un po' emozionato per l'esperienza vissuta. Renato
RispondiEliminavi dirò sono stati momenti "preoccupanti" per il timore che qualcuno si facesse male - momenti "esilaranti" per le persone conosciute veramente a dir poco eroiche nelle loro gesta mai rinnovate e veramente simpaticissime - oh oh ragazzi e poi lo sapete? mi somogliano nei segni che il tempo orgogliosamente ci lascia, sono emozionato al ricordo dell'esperienza vissuta. grazie di avermi letto
RispondiEliminabella serata e bellissima descrizione!!! A presto!
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